dijous, 13 de novembre del 2014

Sardegna e l'Alguer nella Guerra di Sucessione spagnola

Il mio amico algherese Francesco Masia ha fatto la traduzione del testo della relazione su "Gli eventi del 1714 e le loro conseguenze sul rapporto tra la Catalogna e la Sardegna" che ho presentato a l'Alguer in occasione del terzo centenario dei fatti e della Giornata Nazionale della Catalogna, invitato dallo Espai Llull. Representació de la Generalitat a l'Alguer. Moltes gràcies, Francesco!

Il contesto generale della guerra
Nel 1700 il cagionevole Re della monarchia ispanica, Carlo II, moriva senza lasciare discendenza e con un testamento combatutto. Le grandi potenze europee avevano agito pressioni fino all'ultima ora per imporre un candidato che fosse loro più propizio: alla fine vinse la Francia e successore fu nominato il  nipote del Re Sole, Filippo d'Angiò, che divenne Filippo V. Il nuovo orizzonte che si disegnava in Europa, con una potente alleanza tra i due monarchi borbonici (con i loro imperi assolutisti), preoccupava molto le altre corti europee. L’Inghilterra, quindi, promosse la formazione della Grande Alleanza dell'Aia insieme con l'Austria e i Paesi Bassi, per ristabilire l'equilibrio nel continente. Nel 1702 scoppiò la guerra tra i borbonici e gli alleati dell'Aia, che avevano il progetto di conquistare la penisola e di fare dell'arciduca Carlo d'Austria il nuovo re della monarchia ispanica.

Per raggiungere i loro obiettivi, l'Inghilterra e i suoi alleati cercavano di coinvolgere altri territori della penisola iberica, che servissero come testa di ponte per l'invasione. Nel 1703 passò dalla loro parte il Portogallo, mentre il principato di Catalogna, nonostante la crescente tensione con il governo di Filippo V e nonostante le affinità commerciali e politiche con inglesi e olandesi, rimaneva ancora fedele al Re. Non però oltre il 1705, quando la già oppressa fazione austriaca si era rafforzata e, coordinata con gli alleati nel patto di Genova, portava le istituzioni catalane a riconoscere infine come re Carlo d'Austria, quand’esso prese Barcellona. Poco più tardi, Aragona e Valencia fecero lo stesso.

Vista Cagliari XIX secolo
Vista di Cagliari (inizio XIX secolo) / William I. Pocock-Natural Maritime Museum, Greenwich, London
Lo scacchiere mediterraneo
In Sardegna, Regno di matrice catalano-aragonese, i legami con i territori della Corona d'Aragona erano molto stretti. Il consolidarsi, dalla conquista dell'isola (ss. XIV-XV), di una struttura istituzionale di ispirazione catalana, le intitolazioni dei nuovi feudi a nobili di origine iberica e l'esistenza di forti legami commerciali tra le due sponde mediterranee, spiegano perché le classi dirigenti sarde nel 1700 siano tanto catalanizzate e ispanizzate da utilizzare il Catalano e lo Spagnolo come lingue veicolari. Così, nel contesto di un conflitto di scala non solo peninsulare, ma ormai continentale (europea), la Sardegna assume un peso rilevante (al di là della modestia della sua popolazione e delle sue ricchezze) per la sua posizione strategica al centro del Mediterraneo.

Come i territori della monarchia ispanica che solo in un secondo tempo hanno abbracciato la causa dell'arciduca Carlo, anche la Sardegna rimane inizialmente a favore di Filippo V. Solo le grandi famiglie della elite sarda (più sensibili agli intrighi della corte) prendono una posizione, da una parte o dall'altra in base a criteri legati ai propri interessi piuttosto che alle questioni politiche. Così, anche se l’inerzia del conflitto giocava in favore dei borbonici, il viceré di Sardegna scelse una politica isolazionista per evitare sovversioni e ingerenze austriache nell'isola. In un processo di crescente tensione, l'azione repressiva dei viceré sui filo-austriaci sardi (con la confisca dei beni e espulsioni dall'isola) insieme a un'economia di guerra e al blocco dei commerci, portarono ad una progressiva contestazione dell’autorità filo-borbonica: i filo-austriaci sardi guadagnavano consensi. Nel 1708 ci fu una rivolta filo-austriaca in Gallura che agitò anche l'Alguer. Quella stessa estate la flotta inglese bombardò Cagliari, che il viceré (sprovvisto di adeguate forze militari per la difesa) dovette consegnare insieme al resto dell'isola. Nel riferirsi alla conquista alleata della Sardegna, il coevo cronista catalano Feliu de la Penya mette in rilievo «el contento de los sardos viéndose reintegrados a su antigua patria de Cataluña».

Filippo d'Angiò Carlo d'Austria Guerra di Successione
I due contendenti al trono e le loro rispettive alleanze verso il 1706
Il periodo austriaco della storia sarda resta ancora poco studiato, se ne può riferire solo una situazione economica precaria e una certa continuità politico-istituzionale. Alla fine del 1708 si costituisce il Reggimento di Fanteria n.24 Carles Llorach con centinaia di uomini venuti dalla Catalogna e i soldati borbonici che erano passati alla causa dell'Arciduca quando la Sardegna cadde nelle sue mani. Nel 1710 l'isola ha subito un tentativo di invasione dei borbonici da Genova, respinto dalla flotta inglese. Da Barcellona, dove l'arciduca Carlo aveva stabilito la sua corte, erano stati inviati i primi viceré per il governo dell'isola e le relative disposizioni, orientate principalmente alla difesa del territorio e alla ripresa dell’economia. Nonostante le difficoltà, la Sardegna godette di un periodo di relativa stabilità durante la dominazione austriaca. Fino a che una serie di cambiamenti politici produssero un nuovo sconvolgimento della situazione: alla morte dell'imperatore d'Austria, in assenza di discendenti, l'arciduca è designato come suo successore; l'Inghilterra approfitta di questo per ritirarsi da una guerra che aveva smesso di convenirle, e gli eserciti dell'Alleanza abbandonano la Catalogna insieme a Carlo.

Per questo nel 1713 Barcellona si ritrova senza alleanze e comincia ad essere assediata per terra e per mare dai borbonici, sicuri della schiacciante numerosità delle loro forze. In questa situazione di resistenza nella miseria, le navi con provviste dirette alla città che riuscivano a superare il blocco erano ricevute con grande gioia dal popolo. Tra queste, i diari del tempo testimoniano che ne arrivarono anche dalla Sardegna (3 e 14 gennaio, 7 febbraio e 20 marzo 1714). Provenivano da enclavi come l'Alguer, dove si raccoglievano gli aiuti tra i fedeli più benestanti per finanziare la resistenza dei catalani. Ma c’erano anche sardi sull’altra barricata. Tra questi si è segnalato Vicente Bacallar y Sanna, biografo di Filippo V di Spagna e autore dei Commentari sulla Guerra della Spagna (1725). In questa opera viene lodato il tenente Giuseppe Delitala, dei Granatieri di Sardegna, che aveva partecipato nel mese di Agosto ai sanguinosi assalti a Barcellona. Meno epica risulta la vicenda del droghiere sardo domiciliato a Barcellona, Esteban Ochanu, che dopo la sconfitta si rivolse al notaio perché certificasse che lui era sempre stato a favore di Filippo V.

Stampa assedio Barcellona 1714
Stampa anonima dell'assedio di Barcellona nel 1714
L'epilogo: separazione ed oblio
La caduta di Barcellona nel 1714 rappresenterà  l'ultimo atto della guerra, per cui la Sardegna rimarrà nelle mani dell’imperatore Carlo d'Austria. La Sicilia veniva invece assegnata ai Savoia, quale ricompensa per il loro aiuto nella guerra. Più tardi, tuttavia, nonostante i negoziati di pace per porre fine al conflitto a livello europeo, Filippo V di Spagna riavvia le ostilità contro l'imperatore Carlo, invadendo la Sardegna nel 1717. In questo contesto Alghero, assediata, resistette agli spagnoli per 40 giorni, rivelando così una certa complicità della popolazione con gli austriaci. L'attacco spagnolo all'isola suscitò una forte reazione internazionale e immediatamente si formò un'alleanza tra le grandi potenze europee che nel 1718 scacciò gli spagnoli. Nei nuovi negoziati di pace la Sardegna passerà ai  Savoia e la Sicilia all'imperatore d'Austria. In questo modo, la stessa guerra che aveva portato alla fine della sovranità della Catalogna aveva tagliato i legami esistenti per quasi 400 anni tra la Sardegna e i territori della ex Corona d'Aragona.
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